carne coltivata

Il governo italiano si sta mostrando ostile nei confronti della carne coltivata, un tipo di carne prodotta in laboratorio a partire dalle cellule di animali senza doverli abbattere. Nonostante i vari benefici di questa innovazione, il governo italiano sembra non condividerne la promettente prospettiva.

PERCHE’ IL GOVERNO ITALIANO NON GRADISCE LA CARNE COLTIVATA?

Innanzitutto,  perchè è influenzato dagli interessi delle industrie tradizionali della carne; l’ Italia è nota per la sua cucina ricca di carne fresca e prodotti a base di carne. L’introduzione della carne coltivata potrebbe mettere a rischio il loro mercato ed essere considerata una minaccia. Questo spinge il governo a resistere all’adozione di questa nuova tecnologia.

In secondo luogo, l’Italia ha una forte cultura gastronomica, basata sulla tradizione e sulla qualità degli ingredienti; nell’ immaginario collettivo la carne coltivata viene considerata  un prodotto “artificiale” che non rispetta questa tradizione.

Un’altra possibile ragione potrebbe essere la preoccupazione per la sicurezza  della carne coltivata. Nonostante la sua promettente prospettiva di ridurre l’impatto ambientale e il benessere degli animali, ci sono ancora molte incertezze riguardo alla sicurezza e all’efficienza di questa nuova tecnologia.

Infine, il governo italiano potrebbe anche essere influenzato dalle preoccupazioni etiche riguardo alla carne coltivata. Molti ritengono che la produzione di carne in laboratorio non sia etica perché coinvolge la manipolazione degli animali e la possibilità di sfruttamento nel processo.

LE MOTIVAZIONI ECONOMICHE DELLA COLDIRETTI

A determinare le decisioni del governo vi è senz’ altro la pressione della  Coldiretti, la più grande lobby del settore agricolo italiana, che ha espresso la sua disapprovazione e preoccupazione per la carne coltivata in laboratorio.

La Coldiretti ritiene  che questa nuova pratica costituisca una minaccia per il tradizionale settore dell’allevamento del bestiame e, pertanto, si oppone a tale concetto; uno dei principali argomenti della Coldiretti contro la carne coltivata in laboratorio è il potenziale impatto economico sul settore agricolo.

L’ Italia ha una ricca storia e tradizione nell’allevamento del bestiame e svolge un ruolo significativo nell’economia del paese; di conseguenza, la Coldiretti teme che se i consumatori spostassero le loro preferenze verso la carne sintetica, si potrebbe avere un calo della domanda di prodotti a base di carne tradizionali, con conseguenti significative perdite di posti di lavoro nel settore.
Inoltre, secondo la Coldiretti, la carne coltivata potrebbe incidere negativamente sulle zone rurali, dove l’allevamento del bestiame è parte integrante del tessuto sociale e dell’economia locale. Molti agricoltori e allevatori fanno affidamento sul proprio bestiame per il proprio reddito e il loro sostentamento sarebbe messo a repentaglio se la domanda di prodotti tradizionali a base di carne diminuisse.

LE MOTIVAZIONI ETICHE, SALUTISTICHE E DI IMPATTO AMBIENTALE DELLA COLDIRETTI

Oltre all’aspetto economico, la Coldiretti solleva preoccupazioni sulla qualità e la sicurezza della carne coltivata in laboratorio; essa sostiene che la carne sintetica potrebbe non avere lo stesso valore nutrizionale o lo stesso sapore della carne convenzionale e che vi sono incertezze riguardo agli effetti a lungo termine sulla salute derivanti dal consumo di tali prodotti, poiché sono relativamente nuovi sul mercato e non sono stati sottoposti a test approfonditi.

Altro punto controverso per la Coldiretti è il potenziale impatto ambientale delle carni coltivate; mentre i fautori sostengono che la carne coltivata in laboratorio è più sostenibile e meno dannosa per l’ambiente grazie alla riduzione delle emissioni di gas serra e dell’uso del suolo, Coldiretti contesta queste affermazioni e sostiene che l’allevamento tradizionale del bestiame è una parte essenziale dell’ecosistema agricolo, promuovendo la biodiversità e preservando i paesaggi rurali.

La Coldiretti sottolinea, infine, l’importanza di preservare le tradizioni alimentari e il patrimonio culturale dell’ Italia, nota per le sue tradizioni culinarie e i prodotti locali di alta qualità; Coldiretti sostiene che la sostituzione della carne tradizionale con alternative coltivate in laboratorio potrebbe minacciare l’autenticità e l’unicità della cucina italiana.

In conclusione, l’opposizione della Coldiretti alla carne coltivata in laboratorio nasce dalle preoccupazioni riguardanti il ​​suo potenziale impatto economico sul settore agricolo, la qualità e la sicurezza del prodotto, le conseguenze ambientali e la conservazione del patrimonio culturale e crede fermamente che sostenere l’allevamento tradizionale sia essenziale per il benessere generale delle comunità rurali e la promozione dell’autentica cucina italiana.

LA CAMERA DEI DEPUTATI HA APPROVATO IL DISEGNO DI LEGGE CHE VIETA LA PRODUZIONE E LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA CARNE COLTIVATA IN ITALIA

A fronte delle motivazioni suesposte, la Camera dei deputati ha approvato il disegno di legge del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che vieta la produzione e la commercializzazione di carne coltivata in Italia; inoltre, pone pesanti  restrizioni sulle denominazioni delle alternative vegetali alla carne.

Per approfondire l’ argomento, ti consiglio la lettura dell’ articolo pubblicato sul sito IL FATTO ALIMENTARE: