L‘EFSA (L’ Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare) si è espressa in merito alla presenza di 3 sostanze chimiche nocive presenti nell’ olio di palma producendo un dossier molto dettagliato in merito.

Secondo la EFSA, l' olio di palma contiene sostanze nocive

Tali sostanze sono state riscontrate anche in altri oli vegetali raffinati, ma nell’ olio di palma i quantitativi riscontrati sono di gran lunga superiori (5 – 10 volte superiori).

Gli oli vegetali ( ad eccezione degli oli vergini di oliva) vengono sottoposti, dopo l’ estrazione, al processo di raffinazione. Esso consiste in varie fasi:

  • Neutralizzazione: ha lo scopo di abbattere l’ acidità dell’ olio grezzo;
  • Decolorazione: serve ad allontanare i pigmenti  (clorofille, betacaroteni) ed altre sostanze indesiderate (saponi, prodotti di ossidazione, ecc.);
  • Winterizzazione: consente di allontanare i trigliceridi a piu’ elevato punto di fusione ed ha lo scopo di evitare l’ intorbidamento dell’ olio;
  • Deodorazione: l’ olio viene distillato in corrente di vapore, sotto vuoto spinto ed a temperature superiori a 200 °C per allontanare tutte quelle sostanze volatili che conferiscono un odore sgradevole (acidi grassi volatili, perossidi) all’ olio;

Questi trattamenti, necessari per rendere l’olio commestibile, hanno anche conseguenze negative: perdita di sostanze importanti dal punto di vista nutritivo, appiattimento delle caratteristiche organolettiche in termini di sapore, odore e colore; inoltre, nella fase di deodorazione, come conseguenza del trattamento termico si ha la formazione delle sostanze nocive sopra citate.

Le sostanze sotto accusa sono:

  • glicidiolo
  • 3-monocloropropandiolo (3-MCPD)
  • 2-monocloropropandiolo (2-MCPD)

Tali sostanze sono presenti sia libere che esterificate con molecole di acidi grassi (GE: Glicidil Esteri).

Gli studi fino ad ora condotti hanno permesso di stabilire che il Glicidiolo ha proprietà cancerogene e genotossiche; anche il 3-MCPD può avere ripercussioni negative sulla salute umana mentre non si hanno dati tossicologici sul 2-MCPD.

Il fatto che queste sostanze presenti nell’ olio di palma e negli altri oli vegetali raffinati avessero ripercussioni negative sulla salute umana era noto da anni, tanto è vero che sono stati adottati dei provvedimenti per diminuirne i quantitativi, al punto tale che, nel caso del Glicidiolo, sono stati pressocchè dimezzati negli ultimi 5 anni ma, nel contempo, in Italia il consumo di olio di palma è quadruplicato (secondo i dati ISTAT); di conseguenza, i miglioramenti apportati sono stati completamente vanificati.

Il consumo di olio di palma, ha raggiunto, in Italia, livelli molto elevati (mediamente, 12 grammi/giorno pro capite) e ciò è dovuto al fatto che esso viene aggiunto in quantità rilevanti in prodotti molto consumati quali, biscotti, merendine, fette biscottate, prodotti di pasticceria, ecc.; inoltre, si tratta di prodotti consumati in larga parte dai bambini, piu’ esposti degli adulti al pericolo derivante dall’ ingestione di sostanze nocive.

Anche l’ Istituto Superiore della Sanità ha evidenziato con un DOCUMENTO  protocollato il 19/02/2016, un eccessivo consumo di grassi saturi imputabile in gran parte all’ olio di palma. Si stima, infatti, che, rispetto ai quantitativi raccomandati, i bambini consumano circa il 50% in piu’ di grassi saturi, in gran parte imputabili all’ olio di palma, mentre gli adulti ne consumano circa il 25% in piu’. Questa differenza conferma la diffusione massiccia dell’ olio di palma in prodotti alimentari consumati prevalentemente dai bambini come biscotti e merendine.

Il problema evidenziato dall’ EFSA ha già indotto molte aziende alimentari a sostituire l’ olio di palma nei propri prodotti (si stima che questa sostituzione riguardi circa 700 prodotti)  mentre alcune catene commerciali come la COOP hanno tolto dagli scaffali molti prodotti contenenti olio di palma.

Naturalmente, non tutti sono d’ accordo sul fatto che l’ olio di palma possa avere ripercussioni negative sulla salute umana o, quantomeno, ritengono che, dal punto di vista nutrizionale l’ olio di palma non sia peggiore di altri grassi saturi come il burro.

Fra questi c’è l’ AIDEPI  che ha emesso un DOCUMENTO con il quale, oltre a minimizzare sulle ripercussioni negative dell’ olio di palma, ne evidenzia molti aspetti positivi (salvo poi fare marcia indietro con un documento pubblicato dopo che si è espressa l’ EFSA, in cui comunica che ha preso in seria considerazione la problematica e che adotterà tutti gli interventi che si renderanno necessari).

D’ altra parte, non dobbiamo dimenticare che le sostanze ritenute nocive per la salute umana sono presenti anche negli altri oli vegetali raffinati, e il fatto che il glicidiolo sia presente in quantitativi 5-10 volte inferiore rispetto all’ olio di palma è poco rilevante se il suddetto glicidiolo è cancerogeno; in quanto tale, dovrebbe essere completamente assente per affermare che gli altri oli vegetali raffinati siano innocui.

In definitiva, per l’ ennesima volta è dimostrato che l’ olio vergine/extravergine di oliva è il migliore in assoluto (non quello commercialmente denominato “olio di oliva” anche esso sottoposto a processo di raffinazione).

C’è un altro aspetto rilevante, a mio parere e cioè il fatto che il regolamento UE 1169/2011 in materia di etichettatura dei prodotti alimentari non obbliga a dichiarare gli ingredienti (ad eccezione di quelli che possono provocare allergie) dei prodotti non preconfezionati. Sono i prodotti venduti dai laboratori di produzione artigianale quali pasticcerie, gelaterie, panifici presso il proprio punto vendita dai quali il consumatore si aspetta prodotti piu’ salutari.

In realtà, molti di questi laboratori di produzione fanno un uso massiccio di semilavorati contenenti olio di palma (a volte anche inconsapevolmente). Un esempio? Il croissant che consumiamo al bar di buon mattino insieme al cappuccino.